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Archive for the ‘Arroganti’ Category

Sei una giovane ragazza attraente? Quando passi per strada i ragazzi si girano per guardarti il sedere? Hai mai pensato di entrare in politica… Oggi con PdL si può. Il Popolo delle Lingerie ti darà una grande opportunità. Con un comodo corso di formazione potrai avverare anche tu il tuo sogno e andare al parlamento europeo a Bruxelles! In Europa!

Vedrai che troverai il nostro leader una persona affabile e simpatica, e che, vista l’età e la prostata si sa accontentare di piccole prestazioni politiche… Non avere ansia da prestazione, conosciamo le tue qualità!

 

 Candidata del Popolo delle Libertà Eleonora Gaggioli

 

 

 

 

 

Ci sono già riuscite Eleonora Gaggioli della terza edizione di Elisa di Rivombrosa. Camilla Ferranti di Incantesimo, decima edizione. Angela Sozio della terza edizione del Grande Fratello. Barbara Matera concorrente di Miss Italia e annunciatrice e attrice in alcune fiction.

La prossima fortunata potresti essere TU!

 

 

Invia la tua foto in costume da bagno a casting@popolodellelingerie.it o telefona al centralino del ministero degli interni per prendere un appuntamento.

Che aspetti!? Chiama subito!

La prossima fortunata eurodeputata potresti essere TU!

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Arrivederci Sandrone

Arrivederci Sandrone

 

Tra le fanfare e le sventolanti bandiere del congressisso del PdL è giunta una notizia che ha fatto tremare molti amanti della cultura. Nel processo democratico che ha concluso l’era del “forzismo” per entrare in quella “qualunquismo” il venerabile Sandro Bondi ha assunto un ruolo guida del neonato partito, e dovrà probabilmente rinunciare alla carica di Ministro della Cultura. Come farà la già vacillante cultura italiana privata di uno dei suoi pilastri portanti? Come vivrà il nostro paese privato del untuoso poeta Sandrone che non illuminerà più la retta via. Il ministro che aveva dichiarato “Faccio fatica a trovare segni di bellezza nell’arte contemporanea: Sinceramente, non la capisco” lascia un vuoto incolmabile nel Quore (scusate, errore di battitura, volevo dire chuore) di tutti noi. Il poeta la cui penna aveva vergato alcune tra le rime più memorabili della contemporaneità che aveva dedicato i versi “Antro d’amore, Rombo di luce” a Giuliano Ferrara e …

 

Non potendo aggiungere altro vi lascio alla summa poetica dell’autore. Votate la poesia che avete amato di più!

 

 

A Stefania Prestigiacomo
Luna indifferente
Materna sensualità
Velo trasparente
Severo abbandono

 

A Walter Veltroni
Tenero padre
madre dei miei sogni
Anima ulcerata.
Figlio mio Ritrovato

 

A Giuliano Ferrara
Antro d’amore
Rombo di luce
Parole del sottosuolo
Fiume di lava
Ancora di salvezza

 

A Jovanotti
Concerto
vibrazioni dell’anima
eco del divino
dolore dell’essere
onde dell’amore

 

A Michela Vittoria Brambilla
Ignara bellezza
Rubata sensualità
Fiore reclinato
Peccato d’amore

A Veronica Lario in Berlusconi
Bellezza del soccorso
sensuale ironia
vigore dell’amore
intrepida solitudine

 

A Rosa Bossi in Berlusconi
Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio

 

A Silvio
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova

 

 

 

 

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nonnaIeri mia nonna mi ha detto: “ho paura dei rumeni”. Ora: perché mia nonna che vive nel borgo San Biagio, dove di rumeni non ce ne sono, ha paura? Perché un’anziana che vive in una provincia tranquilla come Ravenna ha paura di rumeni, quando forse non ne ha nemmeno mai visto uno? Da settimane i telegiornali bombardano i cittadini di crudeltà perpetrate da rumeni, di stupri, addirittura violenze fatte a un’ultra ottantenne. Questa foga mediatica ha provocato un susseguirsi di rappresaglie violente e razziste verso gli stranieri. Sono stati dati alle fiamme campi rom, dove vivevano famiglie e bambini, sono state fracassate vetrine di negozi, picchiati giovani immigrati e dato fuoco a dei senza tetto. Il comportamento dei media è direttamente correlato con queste reazioni violente. Queste “ronde brutali” sono alimentate dal martellamento mediatico ricco di dettagli truculenti e violenti sui “crimini rumeni” che evidentemente non possono lasciare indifferente chi li ascolta. Si assiste quotidianamente a un istigazione all’odio, nel cui mirino non ci sono i singoli colpevoli, ma un “nemico” generalizzato: lo straniero. I telegiornali sono tornati a dedicare ampio spazio ai “crimini extracomunitari” come non faceva dalla campagna elettorale. Proprio in questi giorni, guarda caso, il governo sta varando leggi anti-immigrati che permettono di denunciare ed espellere un clandestino che ha chiesto soccorso all’ospedale e autorizzano la giustizia popolare-populista delle ronde padane che difenderanno i cittadini dai rumeni-del-TG-delle-20. Queste “coincidenze” non possono non sollevare sospetti. Di chi deve aver paura allora mia nonna: dei rumeni o dei telegiornali?

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Addio Walter

Addio Walter

Addio Walt.

 

 

Dopo Disney (e il suo alterego Topolino) Veltroni è stato il leader della sinistra più amato e discusso della storia del PD. Nonché l’unico. Qualcuno si era sforzato di vedere in lui l’Obama italiano. Ma la storia di Veltroni nel PD era partita col piede sbagliato.

 

Qual è la differenza tra Obama e Veltroni? L’età? La classe politica? Le idee? Il colore?

Più semplicemente è la lingua. Il Partito Democratico è nato come una “traduzione” del Democratic Party ‘mergano. Una sorta di Democratic all’amatriciana. Ma in Italia tutto è inevitabilmente più complicato. E se qualcuno si auspica purge altri si sentono solo confusi.

 

Il primo errore di Obama… pardon, di Veltroni è stato un errore di traduzione. Mentre il suo cugino abbronzato d’oltre oceano incitava le folle gridandogli “Yes we can”, il nostro Walt diceva “Si può fare”, poi declinato nel folcloristico “Se pò fa”. Il vigoroso “grido di battaglia” made in USA è diventato un fiacco e svogliato “perchènnò” made in Trastevere.

 

“Yes we can” = Sì, noi possiamo

“Se pò fa” = Se propio non ce sta ‘n cazzo de mejo da fa…

 

Il “noi, insieme, possiamo fare qualcosa, per cambiare questo paese” è stato deformato “si può fare” (ma cosa?) fino alla deriva in “se famo du spaghi”.

 

Il finale amaro della carriera di Veltroni non è certo imputabile a questo piccolo errore, ma in quell’inizio si poteva presagire la disfatta… Veltroni rimpiangerà per sempre di non essere andato a vivere in Africa, come aveva deciso, e dove forse avrebbe preso un po’ di quel colorito che tanto invidiava ad Obama.

 

Ies ui chen? No, non se poteva fà.

 

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Saru solettu

Saru solettu

La Sardegna

è affondata. Il non-partito ha vinto anche lì. Stravinto. Soru, il leader del Pd che ha da anni una politica ambientale intraprendente e molto simile quella di Obama (ma certe cose se le dici aldilà dell’oceano sono bellissime, ma se le dici in Italia sono fuori luogo) è stato battuto da Cappell… Cappellini…Capallazzi… Cappellacci! Chi?! Chi cazzo è Cappellacci? Chi lo ha mai sentito nominare questo Mister Nessuno? Di Mr.Nessuno si sa solo che era il commercialista di Berlusconi e che è stato indagato per la truffa della “Cisi”. Insomma il poco che si sa gioca pure contro di lui.

 

 

 

Ma allora perché ha vinto? La gente non ha votato Mr. Nessuno, non ha votato per il PdL – che non esiste -, né per Forza Italia – che non è mai esistita -, ma ha votato Berlusconi. Il premier che per due mesi ha abbandonato l’Italia per fare un comizio elettorale continuo e ininterrotto in Sardegna, nella sua residenza estiva. Mr. Nessuno non è altro che una declinazione del Cavalier B., anzi è solo il riflesso in uno specchio del sorridente e smargiasso imprenditor-president-milan-mediaset-mondador-milano2-miconsenta-silvioB. Certo le serpi in grembo al PD, che hanno fatto cadere la precedente giunta, non hanno aiutato, ma perché? Soru, uno dei migliori politici (non dell’isola, ma della penisola), con le idee più innovative, un uomo che aveva capito come poter fare del bene alla Sardegna, che vive di natura e turismo, è stato messo in disparte. Ora ha inizio l’era del cemento, nell’isola-casa-di-villeggiatura del President. Cavalier. Silvietto B. e delle sui lacché Mr.Nessuno.

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l'ultima volta che sono andati a pescare di Silvio B. con Bush

Fotoricordo: l'ultima volta che sono andati a pescare di Silvio B. con Bush

Berlusconi non è andato da Obama. Ormai è ufficiale, in diversi fino all’ultimo si aspettavano di vedere in qualche foto della cerimonia spuntare delle corna, altri erano certi che sarebbe sbucato da dietro qualche colonna facendo cucù. Invece nulla. L’Italia ha perso così una grande occasione di farsi notare, di ricordare al mondo la nostra innata simpatia e la nostra non curanza delle formalità. Ma il nostro Silvio B. aveva un altro “abbronzato” a cui pensare. Americano anche lui, ma del sud, sceso in campo anche lui, ma in un campo di erba, con il numero 10.

 

 

 

Tutti i telegiornali del pianeta parlavano dei miracoli che ci si aspetta da Barack Hussein Obama, mentre nelle sue iniziali già si può leggere il futuro del mondo: B.H.O.

 

Intanto, unica voce fuori dal coro (a parte Bin Laden) è Emilio Fede ha dedicato tutta la giornata di ieri a smenarcela con Bush. “Addio presidente” diceva commosso mentre scorrevano le immagini della marachellate di George con Silvio B., pacche sulle spalle, scambio di barzellette, consigli su come fare il barbecue in cima a vulcani artificiali, fino ai filmati di quando bambini impararono assieme a raccontare le prime bugie. Intanto la democrazia del telecomando cambiava canale.

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obama-ragno Ebbene sì. Il presidente più nero d’America diventa Supereroe Marvel comparendo in un episodio speciale dell’Uomo Ragno. Dopo lo speciale dedicato all’11 settembre, dove i supereroi aiutavano i pompieri a risollevare New York dal disastro terroristico, piangendo affanti per non aver potuto evitarlo, Spider Man torna a contatto con la storia con Obama come co-protagonista. Ancora top secret la trama dell’albo non si sa contro chi combatteranno i zupper eori. Certo però è che la calzamaglia dona tantissimo ad Obama. I pettorali del presidente faranno certamente raddoppiare le vendite del fumetto.

Smentite le voci che parlavano di una risposta italiana all’albo dove Berlusconi sarebbe apparso come co-protagonista di Kriminal.

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The Boss must go on

The Boss must go on

Io non ho riso. Mentre il nostro presidente del consiglio sbucava da dietro una colonna facendo “Cucu” al premier tedesco. Neanche lei ha riso, ha accennato un sorriso compassionevole e imbarazzato come quello di chi rimane senza parole. Non ho riso perché non c’è nulla da ridere, e non perché non abbia il senso dell’umorismo. C’è una differenza fondamentale tra essere ironici ed essere dei pagliacci, e ahinoi, il nostro piccolo presidente rientra nella seconda categoria. Né la recessione, né gli studenti in piazza, né lo sfacelo di Alitalia hanno fatto passare il buonumore a Silvio. Ma infondo basta l’ottimismo… Mediaset va a gonfie vele, il Milan è in ottima posizione in classifica, certo, l’Italia va a rotoli, ma di quella ha poco più del 50%. 

 

 

 

Berlusconi, nel ruolo di rappresentante del popolo Italiano del mondo, assume comportamenti che sarebbero imbarazzanti per una persona qualunque, e che fino al 1994 erano impensabili. Ve li immaginereste De Gasperi sbucare da dietro un cespuglio e fare “cucu” a Theodor Heuss? Cavour assieme ai capi di stato internazionali fare il gesto delle corna, e ridacchiando compiaciuto della propria goliardata? Andreotti dare del “maculato” a Gorbaciov? Ciampi girare con la bandana per poi rivelare una nuova riesumata chioma corvina? Moro bullarsi delle proprie prestazioni virili (per dirla con un garbato eufemismo) mentre esce da una discoteca? La risposta, ovviamente, è no. Perché si dà, o meglio, si dava per scontato, che un politico che ricopre un ruolo istituzionale dovesse avere una tempra morale degna del suo incarico.  Ma questo ormai è acqua passata, oggi è lo show che conta, oggi ci vuole allegria per affrontare i problemi con ottimismo. Stento però a trovare un altro presidente che si presta così tanto alla causa del buon umore. Non mi pare che Obama, Merkel, Zapatero o Sarkozy abbiano mai raccontato barzellette per televisione mentre il popolo che li stava osservando vedeva a rischio il proprio posto di lavoro, vedeva crescere i prezzi e le fabbriche chiudere.

Da noi invece è la normalità. Ogni sera prima di accendere il televisore all’ora del TG un brivido mi percorre la schiena pensando “cosa diavolo avrà combinato oggi Berlusconi? Che gaffe avrà fatto? Che figura barbina ci avrà fatto fare?”

“Che presidente simpatico che avete in Italia” non ho mai sentito pronunciare a uno straniero questa frase. Quando gli stranieri ridono ormai, non lo fanno per le battute, ma ridono di noi. 

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Si torna a scuola. Ricominciano compiti, interrogazioni, note sul registro, giustificazioni, malattie ingiustificate, cani che mangiano i compiti,… ma i veri problemi della scuola non sono questi. Non sono neanche professoresse isteriche, non sono nemmeno i bidelli scorbutici, i presidi assenteisti o gli studenti somari. La vera piaga della scuola sono i genitori “scassa”.

“Quanto hai preso!? Perché cosi poco!? Ah ma domani vado io dal professore e mi sente?!”  Madri infuriate si scagliano contro professori inermi assetate di sangue come avvoltoi sulle carcasse. Un semplice “7 –” anziché “7 +” può diventare causa di un debello destinato a protrarsi negl’anni. Se il figlio va male è colpa dell’insegnate, se il figlio non sa la differenza tra Manzoni e Manzotin è colpa dell’insegnate, e se il figlio è bocciato…quella è “stracolpa” dell’insegnate! Perché dovete sapere cari lettori che la professoressa ce l’ha a morte con suo figlio, l’ha preso in antipatia fin dai primi giorni, se la prende sempre con lui, quando copia se la prende con lui, quando scrive sms con la formazione del fantacalcio durante la lezione se la prende con lui, quando scassina la macchinetta delle lattine in corridoio se la prende con lui, gli da contro persino quando dà fuoco al crocifisso nei bagni! I genitori più angustiati sono quelli ossessionati dalla mediocrità. Che il figlio del proprio seme sia uno normale, nella media, proprio non gli va giù. Deve prendere almeno un voto in più del vicino di banco, due in più di quelli dell’ultima fila. Sennò poi le altre mamme cosa dicono?!?

La sproloquiante madre assassina nel migliore dei casi riesce a isolare il figlio/a dal resto della classe rendendolo un riconoscibile perseguitato, anche perché per chiedergli qualcosa bisogna prima passare da mamma. Nel peggiore dei casi il ragazzo tallonato dalla madre piedi piatti scapperà di casa verso terre lontane e calde oppure strangolerà la madre con una bretella dello zainetto.

Il professore, invece, sotto consiglio del suo analista che “non ce la faceva più a vederlo così”, aumenterà, suo malgrado, il voto al figlio della bestia di satana dandola così vinta alla genitrice avvoltoio che potrà spiccare il volo verso un nuovo professore-preda su cui affondare gli artigli. Tutti vissero così felici ed irritati.

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La crisi Alitalia da mesi è il cruccio d’Italia. Ci si preoccupa per piloti, hostess, contribuenti e addirittura dell’orgoglio nazionale. Ma nessuno si è mai preoccupato delle altre vittime della crisi: i fotografi dei giornali. Costretti ogni giorno a fotografare lo stesso aereo con la bandina verde Alitalia. L’hanno fotografato in ogni posizione concepibile, dal basso, dall’alto, in decollo, parcheggiato, che vola dietro a cartelli stradali di pericolo, mentre viene lavato, che si incrocia sulla pista con quelli di Airfrance o Luftansa, con belle hostess che scendono con aria affranta. Giorno dopo giorno, per mesi, ormai l’aeroplanino è stato immortalato in ogni modo, fino alla disperazione dei fotografi che per evitare la crisi di nervi sono scesi in campo e hanno convinto piloti, governo, sindacati e CAI a firmare l’accordo.

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